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martedì 28 febbraio 2012

Film Review: Melancholia

These are hard times for dreamers. Sì, mi pare che la frase di Amelie sia così. Salve a tutti, salve. In realtà con questa citazione volevo semplicemente dire che questi sono tempi duri per me. Gli studi mi sopraffanno. Non credo che ce la farò. Comunque. L'idea era quella di parlare di alcuni film che ho visto recentemente. Ma poi mi è venuto in mente che è da qualche mese che non riesco più a guardare un film intero perchè mi addormento SEMPRE. Credo di essere la persona più stanca nell'universo. Se non nell'universo almeno almeno in Emilia Romagna. Ho lasciato a metà: Kick Ass, Vallanzasca, I Love Radio Rock, 28 Settimane Dopo, Limitless e tanti tanti altri. E mi piacevano tutti. Gesù aiutaci (non è un pluralia maiestatis ma semplicemente la mia personalità che si sta sdoppiando, come Gollum e Smeagol). Che preambolo enorme. Passiamo ai fatti, anzi, al fatto. Vi volevo parlare di Melancholia di Lars Von Trier, dato che è uno dei pochi film che ultimamente ho visto per intero e che ho AMATO. Ci sono degli spoileroni quindi se non avete visto il film non leggete!

Non mi posso dichiarare un'esperta di Von Trier, anzi non ne so proprio un cazzo. Ho visto molto poco della sua biografia e un po' me ne vergogno. Ma di questo ultimo e discussissimo film ne avevo visto il trailer al cinema qualche tempo fa e me ne ero subito innamoratissima. Ma al cinema a Ferrara l'hanno tenuto in sala per circa cinque giorni poi l'hanno tolto, quindi non ebbi il tempo di andare a vederlo. Con mio grandissimo dispiacere. Prima della sua visione avevo letto qualche recensione qua e là, cercando di non rovinarmi troppo il film, ma in generale i commenti non mi sembravano dei più positivi. Ahimè, peggio per coloro che non hanno goduto di questa sublime sublime pellicola!

Perchè io l'ho amato questo film, e ho amato persino Kirsten Dunst (che di solito mi sta sulle palle solo perchè ha il testone) e ho ovviamente amato mon petit Charlotte Gainsbourg e i fratelli Skarsgard e tutti insomma. E ho amato la sceneggiatura e l'uso degli effetti speciali. E ho amato i dialoghi e ho amato ogni singola cosa di questo film. 

La storia la sanno tutti perchè il trailer la rivela subito: c'è questo bellissimo pianeta (e bellissimo lo è veramente, io almeno ero attrattissima dall'immagine di questo magnifico pianeta, grande e maestoso) di nome Melancholia che passerà nella sua traiettoria molto vicino alla terra. Gli scienziati dicono che il rischio di collisione non c'è. In questo scenario s'inseriscono le vite di due sorelle, Justine (Dunst) e Claire (Gainsbourg). Che tra di loro non potrebbero essere più diverse, soprattutto perchè la prima è instabile di mente (ma la cosa più spaventosa è che ne è cosciente) mentre l'altra ha un figlio e un marito iper miliardario e vive felice ma terribilmente impaurita che Melancholia colpirà la Terra mettendo fine a tutto.
Il film, anzi diciamo pure Lars, ci vuole mostrare due modalità di affrontare una morte certa. E se nella prima parte del film siamo prontissimi a giudicare Justine come una pazza scatenata, ci dobbiamo poi ricredere nella seconda parte perchè Claire si mostrerà la più irrazionale delle due di fronte all'inevitabile morte.

Sembra un film assolutamente deprimente ma non sono sicura che lo sia così tanto. E la scena finale, la scena dello scontro di Melancholia contro la Terra mentre Justine, Claire e suo figlio sono seduti per terra in giardino, aspettando e arrendendosi di fronte alla loro morte e quella del genere umano è la scena più bella di tutto il film, una scena poetica, evocativa, misteriosa, maestosa. E non appena Melancholia travolge la Terra lo schermo si fa nero e non vediamo più niente perchè non c'è più niente da vedere, il mondo è finito. Ma, come ho già detto, a me non è venuta l'angoscia a fine film e non so spiegarmi il perchè. Di solito mi viene il terrore, il panico pensando alla morte. Ma vedendola così rappresentata è stata quasi una catarsi.