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martedì 10 novembre 2015

Music Review: Depression Cherry + Thank Your Lucky Stars

Se dovessi rappresentare in un grafico a torta (ma a forma di cuore) quali sono le band che ne costituiscono le parti, i Beach House avrebbero una grande fetta.
Quest'anno, anzi, questo autunno è stata la stagione dei Beach House. Avevano fatto uscire ancora quest'estate il loro nuovo attesissimo singolo, Sparks, che anticipava l'uscita del nuovo album prevista per fine agosto, Depression Cherry. Mai nome di album fu così bello e intrigante.



Al primo ascolto di Sparks sono rimasta un po' sconvolta perchè erano dei Beach House nuovi, che non avevo mai sentito. E soprattutto non sentivo la presenza della bellissima voce di Victoria, perchè non è la sua voce ad essere protagonista di questo brano. Sparks had to grow on me, come dicono gli amici anglosassoni. Però poi l'ho iniziata ad apprezzare.

Una volta uscito l'album, Sparks non è sicuramente tra le canzoni che preferisco. Anche Depression Cherry nella sua interezza ci ha messo un po' di ascolti per piacermi. E l'album è bello, è coerente. Sono dei Beach House nuovi, lontani da Teen Dream e da Bloom ma neanche così vicini a Devotion. Levitation apre l'album ed è forse uno dei pezzi che preferisco. E' un opener molto potente. Victoria con quella sua voce ti vuole proprio trascinare in questo viaggio insieme a lei. Dopo Sparks parte Space Song, forse una delle canzoni che più si avvicina agli album precedenti. Molto apprezzabile. Con i synth parte poi Beyond Love, brano che mi è rimasto subito in testa. Molto nostalgico e con un finale che mette tristezza, ma in una maniera piacevole (?). Arriva 10:37, forse uno dei pezzi che meno preferisco dell'intero album perchè parte bene ma evolve poco. E poi ecco con tutto il suo splendore PPP: mi ha colpito subito per l'outro se devo essere sincera, ma anche per quel parlato all'inizio con la bellissima voce di Victoria. E poi il testo. Quella batteria che parte in ritardo. Tutto. Il mio pezzo preferito di tutto Depression Cherry. Wildflower è un brano dalle tonalità che alternano tristezza e allegria. Parte poi un beat ripetitivo di batteria elettronica che introduce la bellissima Bluebird, canzone così tenera ma al contempo maestosa e austera. L'album si chiude poi con uno dei miei brani preferiti, Days of Candy. E' di una tristezza infinita, mi viene da piangere ogni volta che l'ascolto. E' una di quelle canzoni da masochista.

Dopo qualche settimana, mi sveglio e leggo su Twitter che i Beach House pubblicheranno ad ottobre un nuovo album. Ero a metà fra il perplesso e l'euforico. Sicuramente sono riusciti a fare rimanere a bocca aperta tutti noi fan. Soprattutto tutti quelli a cui Depression Cherry non era piaciuto. E quindi a metà ottobre esce il sesto album dei Beach House, Thank Your Lucky Stars.



Vi anticipo già che mi piace più di Depression Cherry, quindi lo amo proprio. Thank Your Lucky Stars è molto vicino a Devotion, è un salto nel passato ma con quel brio in più. E' più crudo, più immediato, meno "prodotto".

L'album si apre con la potente Majorette, in cui la voce di Victoria gioca ad alterarsi. Una delizia. Quando parte She's so lovely sembra veramente di sentire uno dei primi pezzi dei Beach House. E' un pezzo che richiama assolutamente le atmosfere del primo album. All the Yeahs è una bellissima canzone che parte minimal, un'intro che sembra infinita, per poi evolversi in una struggente scia di emozioni. One Thing è sorprendentemente un pezzo rock, con una linea di chitarra a ripetizione che non può fare altro che catturarti nel suo vortice. FIY Victoria suona la chitarra dal vivo (vedi qui). Mi sono sciolta. Se non l'avevate capito, la idolatro. E ditemi se con Common Girl non vi sembra che parta Auburn and Ivory da Devotion. Mannaggia a loro. They want to kill me with feelings. Parte molto decisa The Traveller, altra canzone piuttosto energica dell'album. E arrivano le mie due preferite: Elegy to the void, la vedrei benissimo come canzone dei titoli di coda di uno struggente film; e Rough Song, ancora una volta un pezzo che mi trafigge direttamente il cuore, così triste e con quell'outro che svanisce insieme ai miei sentimenti. Lo ascolterei in loop per ore. L'album si chiude con una classica ballata di nome Somewhere Tonight. Molto classica e molto romantica.

Quando parlo dei gruppi che adoro sono molto prolissa, dovete scusarmi. Spero che i Beach House facciano al più presto un concerto in Italia, possibilmente a Bologna. Ho tantissima voglia di risentirli e di sentire soprattutto questi due album dal vivo.
Passo e chiudo.

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