Cerca nel blog

mercoledì 4 maggio 2011

Film Review

Sono secoli che trascuro il mio blog, ma ora rimedio. Povero, io gli voglio tanto bene. Ma da quando sono tornata dalla fredda terra tedesca ho avuto poco tempo per guardare dei film. Ne ho visti pochi, di belli, di brutti, di mediocri (la razza peggiore) e ora scriverò le mie solite due minchiate per ognuno di questi. Partiamo pure dal più bello.

L'arte del sogno. Per me questo è il film più bello di Gondry. Un perchè razionale non c'è, è che mi ha coivolta talmente tanto sul piano visivo, su quello emotivo e su quello tecnico che ne ho apprezzato ogni singolo fotogramma. La storia è bellissima, romantica, infantile, a tratti esagerata. E viene rappresentata alla perfezione sullo schermo. Il protagonista (un bravissimo e versatilissimo Gael Garcia Bernal) da quando è bambino confonde realtà e sogno. Come ben sappiamo, è quasi impossibile riprodurre il mondo dei sogni sullo schermo. Ma dove Nolan ha fallito, ecco che Gondry vince: il suo mondo dei sogni è più genuino, più semplice, più vero. Tecnicamente a me pare perfetto. La sceneggiatura è perfettamente funzionale allo scopo di farci confondere anche a noi sogno e realtà, la fotografia è qualcosa di magnifico, quella stop motion così adorabile per il mondo della fantasia è irresistibile e il tutto è diretto splendidamente da Gondry. Me ne sono innamorata, ecco.



The Killer Inside Me. Che film mediocre e incincludente. Non mi ha detto proprio niente, non mi ha trasmesso niente. E' il primo film di Michael Winterbottom che vedo e già mi è passata la voglia di vederne altri. Questo film non funziona soprattutto per la sceneggiatura. Squilibrata, a tratti insensata, non ci permette di capire la storia. Innanzitutto, i flashback sono alquanto inutili. Sono troppo pochi, sembrano veramente buttati così a caso per cercare di far capire il perchè alcuni atteggiamenti del protagonista. Inoltre, c'è un anacronismo che non è giustificato e che confonde ulteriormente le idee sulla vicenda. Insomma, alla fine c'è chi i libri li sa adattare e chi no. John Curran ha fallito, almeno qui. Però poi ci sono anche delle note positive. Perchè registicamente il film è molto bello. La fotografia è degna di nota. Le interpretazioni anche, Casey Affleck ha interpretato benissimo la parte dello psicopatico (anche se, se proprio vogliamo dirla tutta, il doppiaggio in italiano è osceno). E quindi che peccato, tutto questo talento sprecato e sciupato da una sceneggiatura così brutta.



Paranormal Activity 2. Decisamente inferiore al primo. L'ansia c'è, ma prevalgono i momenti di noia. E i momenti di vero terrore sono assolutamente scontati e prevedibili.
Poi questa cosa del prequel per me non funziona, la trovo solo una furbata per farci su dei soldi e sfruttare il successo del primo film: la trama si arrampica un po' sugli specchi, l'esorcismo e il passaggio dello spirito da una sorella all'altra è caotico e confusionario, eppure è l'azione chiave che collega le due storie.
Il primo era genuino, fatto col preciso scopo di far paura e mettere ansia attraverso l'attesa infinita e l'improvviso terrore. Questo è una trovata commerciale che ha perso lo spirito del primo. Peccato.



Devil. Ero curiosa di vedere questo film perchè un articolo su un giornale che ne raccontava brevemente la trama mi aveva incuriosito: cinque persone rimangono bloccate in un ascensore, una di loro è il diavolo. Decisamente intrigante. La storia è di M. Night Shyamalan, mentre la sceneggiatura non è sua. Fatto sta che per quanto la storia possa sembrare horror, il film è al 99% solo thriller. Che va anche bene, ma poi è farcito con mille luoghi comuni che fanno un po' cadere le braccia a terra (poliziotto alcolizzato che ha perso la famiglia, il solito sudamericano che è cresciuto con le storie sul diavolo e demoni ecc..).
Indubbiamente poteva essere fatto meglio, in modo da lasciare un po' più di mistero durante tutto il film e in modo da creare più tensione. In ogni caso si lascia guardare con facilità, un'ora e mezza che passa con (forse troppa) tranquillità.



The Last Exorcism. Questo film non è del tutto ben equlibrato ma è bello. Spieghiamo. La prima parte è alquanto noiosa, non succede niente per la prima ora. Un prete che non crede nel demonio decide di far vedere in un documentario che quello della possessione di satana è solo un problema psicologico. E lo vuole dimostrare prendendo a caso una richiesta di esorcismo. Lui ha un rituale in cui prepara ogni cosa a dovere, dai fili per far muovere il letto e i quadri della stanza dove avviene l'esorcismo, allo spray con polvere all'interno del crocifisso per far credere che lo spirito esca a fine operazione. Perchè tanto lui sa che sono solo problemi psicologici, e una volta convinto il paziente che lo spirito non c'è più, questo starà bene.
Peccato che quando crede di aver finito e aver avuto successo con la paziente Nell, lo spirito sembra esistere davvero. Come dicevo prima, la suspense fino agli ultimi 30 minuti del film non c'è, ma quando arriva si sente eccome. Ad un certo punto sembra che tutto sia finito per il meglio, e noi lo speriamo tanto. Ma ovviamente non è così e si arriva al climax finale in cui si svela il grande mistero. Il finale in realtà è già svelato dal titolo stesso, ma uno ci spera sempre fino alla fine. Insomma, un prodotto buono anche se ormai questo uso del finto documentario per gli horror ha un po' stancato ultimamente. Un'interpretazione dell'attrice Ashley Bell assolutamente fantastica anche se alcune scene ridicole potevano essere evitate per mantenere il realismo iniziale del film. Ma se dicessi che non mi ha spaventato a morte in alcune scene mentirei. Consigliato.



Il Petroliere. Questo film è bello. Ma non di più, non va più in là del semplice "bello", non osa, non scava in fondo quando avrebbe potuto. Rimane tutto un po' troppo in superficie. Posso dire innanzitutto che ho letteralmente ODIATO le musiche. Non le sopportavo, se avessi potuto le avrei tolte. Non ci stavano per niente bene, erano irritanti all'ennesima potenza. Grandissime le interpretazioni di Daniel Day-Lewis e Paul Dano. Anche io come molti altri, vedendo i primi 10 minuti avrei gridato al capolavoro. Ma poi il film segue una parabola discendente. Peccato però, perchè i presupposti ci sarebbero stati tutti per farlo decollare. E delle musiche adatte (o forse il silenzio?) non avrebbero guastato.



Direi che non ho visto altro. Credo. Recupererò il tempo perduto in queste settimane, ci sono una quantità spropositata di film che voglio vedere e che sono già tutti pronti ad aspettarmi sul computer.

Ah, ho scritto un post per questo blog http://www.whatyoulove.it/category/love-for-cinema/ tra poco verrà pubblicato, il titolo è "Al cinema con le valigie pronte". Intanto dategli un'occhiata perchè ne vale la pena e stay tuned per leggere il mio articolo appena esce!

Nessun commento:

Posta un commento