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lunedì 24 gennaio 2011

Film Review

Hola gente. Le giornate si allungano e la mia voglia di caldo, sole e relax aumenta spropositatamente. E ascoltare musica messicana non aiuta. Per niente. Ho avuto anche un momento di isteria in cui ho guardato quanto costava un biglietto per Honolulu. M'è venuto un colpo e sono subito ritornata alla realtà. Peccato. Ma parliamo (Pluralis Maiestatis) di film. Che ne ho anche visti pochi ultimamente. Ogni tanto ho qualche (breve) periodo in cui non ho voglia di guardare films. Però. Anyway, let's start.  

Das Experiment. Film tedesco del 2005. Bel film. Mi è tanto piaciuto. E allo stesso tempo mi ha disturbato profondamente. E' stato un po' un pugno allo stomaco, perchè purtroppo è molto realistico. Inoltre, mi ha sconvolta il fatto che questo esperimento quando venne messo in atto la prima volta negli Stati Uniti, aveva avuto un esito non felice (non così tragico come quello descritto nel film, ma comunque non buono). Effettivamente fa riflettere molto. Perchè poi viene da pensare a come si reagirebbe personalmente ad una situazione del genere. Io su due piedi direi che se sono prigioniera me ne sto per i cazzi miei in stanza a pensare alle mie cose. Ma poi ci sono così tanti altri fattori da prendere in considerazione che non si può mai essere sicuri della propria reazione. Tecnicamente, mi è sembrato tutto buono a partire dalla regia fino ad arrivare all'ottima interpretazione di Moritz Bleibtreu e di Justus von Dohnányi (che riesce veramente a farsi odiare).



A Serious Man. Finalmente l'ho visto! E ne sono rimasta piacevolmente colpita, soprattutto dopo aver sentito pareri negativi in qua e là. Tipica commedia Coeniana, non c'è che dire. Ho amato il protagonista, che Michael Stuhlbarg ha interpretato magistralmente. La regia è veramente superiore, la fotografia pure. E poi è una storia adorabile: a partire dall'incipit con la "fiaba" yiddish che non c'entra niente col resto del film, per passare poi alla disastrosa vita dell'ordinario Larry Gopnik e per arrivare fino al tremendo e interrogativo finale aperto. Che ho letteralmente adorato. I Coen hanno questo potere su di me, di farmi avere un climax di apprezzamento durante la visione di qualsiasi loro film. Si parte già in alto con l'inizio e lo svolgimento di ogni loro opera e si arriva all'apoteosi finale. Col sorriso, perchè dici "Cacchio, questi due sì che sanno come farti veramente godere un film". 



Arizona Junior. Continuiamo coi CoenQuesto film mi è piaciuto moltissimo sul piano tecnico: regia e fotografia sono spettacolari. Però la storia l'ho trovata irritante, anzi, i due protagonisti sono insopportabili ogni oltre limite e, se avessi potuto, sarei entrata nello schermo per prenderli a schiaffi. Ma con ogni probabilità la cosa era intenzionale (basta pensare all'insolita esilarante espressività di Nicholas Cage). E comunque nel finale si salvano, eccome se si salvano; gli si vuole quasi bene. Pensandoci bene questa è una commedia 100% Fratelli Coen: ironia, cinismo, coppia criminale idiota che si redime, finale aperto e regia da capogiro.



Black Swan. Una cosa molto positiva dell'abitare in Germania è che (alcuni) film escono prima che in Italia e per di più te li puoi gustare al cinema in lingua originale. Eh, che dire. Aronofsky ci sa fare. Questo film è un piacere per gli occhi così come per le orecchie (grazie alle splendide musiche di Tschaikovsky e agli adattamenti di Mansell). Se mi posso permettere una critica, è quella che la storia è abbastanza scontata già dall'inizio (anche se i colpi di scena sono molti). Ma poi questo glielo si può pure perdonare, anzi, è proprio Natalie Portman che ce lo fa passare in secondo piano perchè è veramente perfetta in questo ruolo. Nessun'altra poteva renderlo meglio. Ci sono molte inquadrature che ricordano The Wrestler (il finale soprattutto, credo sia anche un chiaro auto-omaggio se così si può dire). E devo ammettere che ho anche pensato per alcune scene che fossero simili a Thirteen (sìsì, quello della Hardwicke) ma non di certo per la tecnica quanto più per il tema trattato. Tutto sommato gli si può dare un 8 e 1/2. Devo ancora pensare se mi è piaciuto di più di The Wrestler o no. Adesso sono ancora troppo emozionata dalla recente visione, sono ancora dentro al vortice confusionale della protagonista. Ed è questo che mi piace dei film di Aronofsky: riesce a designare perfettamente la psicologia di ogni suo protagonista e ti ci butta dentro senza possibilità di uscirne subito indenne.



The Road. Inizialmente scettica su questo film post-apocalittico, mi sono dovuta ricredere. E diciamocelo, il merito è quasi tutto di Viggo Mortensen. Un altro po' di merito se lo piglia la fotografia e un po' la regia (che però non si fa ricordare particolarmente..almeno non tanto quanto la fotografia). Storia tratta da un racconto di Cormac McCarthy, modificata leggermente per il grande schermo. Certo, non spicca per originalità (ormai di film post-apocalittici ne hanno fatti a iosa e - ultimamente - tutti abbastanza uguali) ma quello che sicuramente cambia rispetto alla miriade di film così è la tristezza che aleggia costantemente durante tutta la visione del film. Perchè ci racconta lo splendido rapporto tra un padre e un figlio che devono cercare di aiutarsi a vicenda in un mondo dove  la pietà e il bene verso il prossimo sono spariti insieme a quasi tutta la razza animale, vegetale e umana. Forse un po' troppo accentuato il divario che si viene a creare tra padre (sempre più meschino) e figlio (generosissimo). Però tutto sommato ci sta. 



C'era una volta in Messico. Rivisto dopo un sacco di tempo. La Trilogia del Mariachi va vista a breve distanza un film dall'altro per godersela maggiormente. E comunque, ho già espresso varie volte il mio profondo amore verso uno dei registi migliori a questo mondo: Robert Rodriguez. In questo ultimo episodio vediamo la vendetta di un uomo a cui sono state portate via le uniche due ragioni di vita: la moglie e la figlia. E la sua vendetta è spietata, perchè è un uomo che non ha più niente da perdere. E questo viene fuori benissimo. In più, ci sono altri personaggi (tra cui quello dello spassosissimo Johnny Depp) che condiscono il film fino a farlo diventare un burrito-western di alto livello. Un cast eccezionale al servizio di una sceneggiatura lineare (non nel senso stretto del termine, perchè si alternano flashback alla narrazione presente) e di una regia, al solito, di altissimo livello. Così come il montaggio, la fotografia e la colonna sonora (sempre azzeccatissima). 



P.S. I love you. Ebbene sì, l'ho visto. Non credevo avrei ceduto, soprattutto perchè avevo già letto la trama su Wikipedia e non avevo proprio voglia di deprimermi. Ma effettivamente si può dire che come commedia amorosa esce abbastanza dagli schemi. Tecnicamente non ha niente di che, regia e fotografia alquanto piatte. Interpretativamente, però, una Hilary Swank sempre bravissima (che è riuscita a farmi piangere in una scena, il che la dice lunga). E sì, la storia esce dagli schemi: però qui bisogna rendere onore alla scrittrice Cecelia Ahern; ma anche a Richard LaGravenese che ha saputo renderne una sceneggiatura più che sufficiente. E poi mi è piaciuto anche molto il finale, perchè è aperto e non scontato. Sì insomma, a questo film gli si può tranquillamente dare un 6.5.



Direi che ho finito. Eppure sento che manca qualcosa, ma cos'è non so. Ho riguardato Non è un paese per vecchi (più lo guardo più mi piace). Sto aspettando che esca True Grit. Devo guardarmi Tron e poi andare a vedere Tron: Legacy. E poi? Boh. Eppur c'è qualcos'altro. Non mi viene in mente. Amen, che la forza sia con voi! 

P.S. = Voglio fare anche un post interamente dedicato a Star Wars. Perchè ho da poco rivisto l'intera Trilogia Originale (le mie amichette mi hanno regalato il cofanetto per Natale ^^) e perchè devo rivedere di nuovo la Trilogia dei Prequel (sto mostrando l'intera saga ad una mia amica che ancora non aveva visto neanche un episodio). E insomma, perciò voglio dedicargli un post. :) 
E comunque non era questa la cosa che mi sfuggiva, vabbè! 


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